Area Anno B (Fano)

Lodare, riverire e servire Gesù mio Re (es)

XXXIV Domenica t.o. - B - Cristo Re

Clicca per vedere e scaricare l'immagine a grandezza intera  (2318 × 2143 pixel, dimensione del file: 417 KB)

Clicca per vedere e scaricare l'immagine a grandezza intera  (2318 × 2143 pixel, dimensione del file: 417 KB)

Alcune chiavi di lettura dell'immagine

Per la festa di Cristo Re, Fano usa tre verbi della spiritualità ignaziana. Credo che valga la pena che ci addentriamo in loro con la spiegazione di P. Antonio J. Spagna, della Compagnia di Gesù.

Tra le molteplici eredità di Ignazio ci sono tre verbi che sono alla base del principio ed esercizi (n. 23). Mi concentro su quelle tre parole perché caratterizzano il modo ignaziano di stare nel mondo e in Dio. Attraverso di essi, viene stabilita una relazione particolare dove lodare, riverire e servire approfondiscono la nostra relazione con il Dio di Gesù.

La lode a Dio richiede un cuore trasparente disposto a guardare fuori, non solo se stessi. Si tratta di un modo di sentire che presuppone una seconda lettura della realtà: tutto è dono, tutto viene come un dono di amore di Dio e tutto è gratuito. Ciò porta a una visione positiva del mondo e dell'umanità in comunicazione con Dio. È una grazia di Dio poter vivere lodando in un mondo così ridotto male. È anche paradossale che Dio si renda presente quando è più facile smettere di vederlo nel mondo. Sicuramente conosciamo molte persone che sanno come lodare e anche altri che si trovano bloccati in questo.

La riverenza richiede una testa che sappia abbassarsi e rispettare profondamente. Possiamo esistere e abitare nel mondo centrati solo su noi stessi, sul potere che abbiamo e sulle pretese che sogniamo. La riverenza è un movimento di riconoscimento del "fine" nella nostra esistenza e di mostrarlo su se stessi. Anche se è controculturale invita a considerare totalmente gli esseri che ci circondano, e che si uniscono come creature a Dio stesso. Pertanto, qualsiasi persona (migrante, appartenente alla nazione, amico o sconosciuto, abile o goffo, ...) porta un germe che ci dà i brividi e al quale ci inchiniamo. Anche l'intera creazione ci sorprende quando scopriamo il suo mistero.

Il servizio indica che abbiamo bisogno di mani per amare Dio e amare il mondo. Con l'attività ci prendiamo cura della famiglia umana, la rendiamo più viva ponendo le energie fuori da noi. Possiamo sempre agire per i nostri interessi perché è più semplice. Senza dubbio, il servizio apre un dinamismo verso mondo da ciò che Dio vuole fare per noi e in noi. Si tratta di mettere lode e riverenza verso l'incidenza nel sociale, culturale, politico ed economico, non solo nel personale. Il servizio mette in moto i doni ricevuti per il meglio in famiglia, al lavoro, nella comunità o nella società.

Se oggi ricordiamo Sant’Ignazio è perché ha iniziato un percorso che è ancora vivo in noi e ci aiuta ad essere felici. Per questo oggi, dalla lode, dalla riverenza e dal servizio, continuiamo a chiedere a Dio la forza di svolgere la sua Missione e nuove vocazioni alla Chiesa e alla Compagnia di custodire il patrimonio variegato di Ignazio per il futuro.

traduzione dal blog di Kamiano

Temi: lodare, riverire, servire, Cristo re, regalità di Cristo

показвай Gv 18,33-37

33Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». 34Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». 35Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». 36Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 37Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Autore: Patxi Velasco Fano  (начална страница)

Visualizza tutte le 30 immagini relative a Gv 18,33-37